Attualmente per riuscire a liberare un immobile da un inquilino moroso, si deve avviare il procedimento per l’intimazione dello sfratto per morosità, si deve ottenere il provvedimento di convalida dello sfratto con indicazione, da parte del giudice, del termine entro il quale l’inquilino dovrebbe liberare l’immobile.

Sull’esecuzione dello sfratto per morosità

Attualmente per riuscire a liberare un immobile da un inquilino moroso, si deve avviare il procedimento per l’intimazione dello sfratto per morosità, si deve ottenere il provvedimento di convalida dello sfratto con indicazione, da parte del giudice, del termine entro il quale l’inquilino dovrebbe liberare l’immobile.

Ottenuta la convalida bisogna notificare una ulteriore intimazione a liberare l’immobile (atto di precetto); quindi si deve notificare il preavviso di rilascio, ossia, l’avviso che ad una data stabilita dall’ufficiale giudiziario quest’ultimo procederà all’immissione (forse) nel possesso dell’immobile in favore del proprietario.

E’ un procedimento assai macchinoso e lungo in cui l’effettiva esecuzione dello sfratto è rimessa totalmente alla discrezionalità dell’ufficiale giudiziario. Sicché il termine stabilito dal giudice con il provvedimento di convalida è semplicemente indicativo e mai rispettato.

Sarebbe molto più corretto e rispettoso dei diritti di tutti, compreso l’inquilino moroso, stabilire che il giudice, nel rispetto del principio del contraddittorio, prima di convalidare lo sfratto e indicare – ora del tutto inutilmente – un termine per il rilascio, valutasse la situazione concreta del conduttore moroso – se costituito – e in base alle singole e specifiche esigenze, stabilisse un congruo termine per il rilascio dell’immobile. Scaduto tale termine, l’ufficiale giudiziario – senza possibilità di concedere ulteriori rinvii – esegue lo sfratto liberando l’immobile, anche con l’intervento della forza pubblica, se necessario.

In tal modo si offrirebbe alle parti la certezza del diritto, la garanzia che non si verifichino situazioni di tensione create dall’intervento di sedicenti associazioni anti-sfratto i cui componenti si presentano in massa davanti ai locali da sgomberare in canottiera, esibendo bicipiti gonfiati allo scopo di intimorire sia l’ufficiale giudiziario che i legittimi proprietari degli immobili occupati.